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Quaderno Il Porto Orientale di Genova – n.2

Racconta la storia e le evoluzioni del Porto di Levante di Genova il secondo numero della nuova serie dei Quaderni di Archeologia Industriale. La pubblicazione, edita da e con Tormena Editore, è a cura di G. Rosato e si intitola Tra Clangori e Sciabordii - Il Porto Orientale di Genova tra le Mura di Malapaga e la Foce del Bisagno. 

Il Quaderno non è solo una pubblicazione. E' anche la guida ad un percorso che porta alla scoperta del porto orientale di Genova, la sua storia, le sue aree operative e le sue trasformazioni nel tempo.

Un percorso da abbinare all'itinerario di turismo industriale (e guida cartacea) Di Molo in Molo.

Questa guida propone la visita in uno spazio che ad oggi è un ‘non luogo’, stretto fra la città soprastante, il quartiere di Carignano e la città antica e il porto. Un’area dove si sovrappongono attività industriali e ricreative. Il tutto collegato da un budello, via Molo Giano e via dei Pescatori, interrotto dal varco portuale di Levante.

Percorso Porto di Levante Genova
La pubblicazione accenna ai progetti di riqualificazione del Waterfront in corso (2021) ma non li analizza. I manufatti e le attrezzature descritte e visitate riguardano le tracce delle trasformazioni che hanno interessato quest’area dal momento in cui fu creata agli anni Sessanta del '900. E' stata tralasciata la sua estremità più orientale, verso la foce del Bisagno, diventata in quegli anni la Fiera del Mare, poichè questa realizzazione merita sicuramente un discorso a parte, sotto l’aspetto sia edilizio sia urbanistico*.
Si resta nell’ambito oggi di competenza dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale (ASP), dal varco di Piazza Cavour al varco di Levante.

A questo link del sito Tormena Editore è possibile acquistare il Quaderno >

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*A titolo di esempio, si pensi alla presenza di edifici che hanno fatto la storia architettonica della città, dal Palasport (1962) di Finzi, Martinoja, Pagani e Sironi al padiglione IRI (1963) di Angelo Mangiarotti – oggi colpevolmente demolito – al quartiere delle “Case Alte“ creato in Piazza Rossetti (1934-1958) su progetto di Luigi Carlo Daneri, alla copertura del torrente Bisagno (1929). Senza dimenticare la presenza di altri due edifici notevoli: le Case dei Pescatori (1932) di Luigi Vietti e il ristorante San Pietro (1935-1938) di Mario Labò, ormai ridotto a lacerto illeggibile.